I  cocchieri a Londra dovevano conoscere la musica.  Almeno 12  arie. Perché le carrozze di Londra avevano una tromba capace di emettere  12 gruppi di suoni diversi, ciascuno dei quali indicava agli altri  cocchieri  un movimento : « Attenzione, rallentate », « Giro a destra », « Fermatevi, non si può procedere ».  A Roma, a giudicare dal nostro presente,  la comunicazione fra cocchieri doveva essere  più pittoresca. Immaginate  quando nel 1620 il cardinale Maurizio di Savoia entrò a Roma con un seguito di…200 carrozze! Papa Francesco non avrebbe approvato, a lui di certo sarebbe piaciuto di più Carlo Borromeo, che si spostava su una mula.

Le carrozze più sontuose, di gala, che non uscivano dalla città, non esistono più. Quella che Odoardo Farnese commissionò per le nozze con Margherita dei Medici era d’argento, pesava 7 quintali e ci vollero venticinque uomini e due anni per realizzarla. Non c’era fretta, si erano  fidanzati all’età di  8 anni. Capite bene che carrozze così pesanti potevano andare solo al piccolo trotto. In mancanza di freni, per fermarle…i lacchè si aggrappavano alle ruote posteriori.

Le più belle carrozze dei papi sono sparite quando i francesi di Bonaparte hanno occupato Roma.  Pio VII era stato il primo papa a recarsi in Laterano, per la cerimonia del Possesso, con una processione di carrozze. Questa cerimonia fu interrotta, ovviamente, nel 1870. Nel 1939 venne ripresa da Pio XII, ma stavolta le carrozze erano state sostituite da automobili, per dare un segno che i tempi erano cambiati.

Questa meravigliosa Citroen, donata a Pio XI e conservata in Vaticano al Museo delle Carrozze, é stata più volte usata da Pio XII.

Eppure, qualcosa é sopravvissuto. Le più belle carrozze romane barocche – dalla tipica forma trapezoidale, aperte, sospese per mezzo di cinghioni al telaio, quindi soggette agli urti –   oggi sono conservate al Museo delle Carrozze di Lisbona.

  

Furono realizzate a Roma per l’entrata dell’ambasciatore del Portogallo, il marchese de Fontes. Era arrivato nel maggio 1712 ma l’entrata si fece solo un anno dopo, quando le carrozze furono pronte. E sino a che l’ambasciatore non si recava ufficialmente a baciare la pantofola del papa, non potevano essere trattati gli affari di Stato. Le carrozze barocche, disegnate non solo da Bernini e Paolo Schör, ma anche dall’Algardi e Ciro Ferri, privilegiavano la scultura alla pittura, facendone più dei carri allegorici che delle carrozze.  Soprattutto il treno posteriore costituiva l’occasione per  un’opulenta esibizione di statue. In quelle di de Fontes un leone, allegoria del Portogallo, atterra un giovane pagano mentre in un’altra la dea Bellona incarna le virtù belliche portoghesi, poste al servizio dell’evangelizzazione del mondo.

Dimenticavo, delle tre carrozze che restano, quella dell’ambasciatore ha il pavimento intarsiato d’avorio !

 

Ed eccoci infine all’ultima berlina di gala di un papa, ordinata da Leone XII della Genga,  terminata nel  1841 e conservata oggi nel Museo delle Carrozze in Vaticano.

L’interno, come voleva il protocollo, era arredato come una piccola sala del trono, col trono per il pontefice e lo Spirito Santo ricamato in oro e argento sulla volta.  Solo il papa poteva avere una carrozza trainata da 6 cavalli. L’ultima volta uscì l’8 settembre del 1870, quando Pio IX andò a implorare la protezione della Vergine a Santa Maria del Popolo. Pochi giorni dopo gli italiani entravano a Roma.

Eppure…questa non é stata l’ultima volta che un papa é uscito in carrozza. L’8 dicembre 1973 Paolo VI doveva recarsi a Piazza di Spagna per l’Immacolata Concezione. L’austerity – vi ricordate, quando la domenica, causa la penuria di benzina, era proibito usare la macchina ? – non valeva per il papa ma lui volle rispettare comunque la regola  e si recò a Piazza di Spagna su una piccola, semplice carrozza scoperta.