Il 20 settembre 1870, in mancanza di una bandiera bianca, che non si era trovata, al  Quirinale hanno issato un lenzuolo. I papalini si arrendevano alla violenza delle truppe italiane di Vittorio Emanuele II. Il Quirinale cessava di essere la residenza dei Papi – Pio IX si era rifugiato in Vaticano, ormai prigioniero – che vi avevano vissuto per quasi tre secoli, e sarebbe diventato la residenza di quattro re d’Italia.

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Non vi fa effetto pensare che molti italiani viventi sono nati e vissuti sudditi di un Re d’Italia? A me si.

Dalla proclamazione della Repubblica,  il Quirinale è  la sede del Presidente.

E ora il Presidente Mattarella ha deciso che dal 23 giugno il Quirinale sarà aperto tutti i giorni, meno lunedì e giovedì, includendo nella visita anche delle sale sin’ora chiuse come il solenne Studio della Vetrata o la sala degli Arazzi di Lille.

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E magari ci mettesse anche la meravigliosa Biblioteca del Piffetti, che sogno da anni di vedere…

A mio avviso, la parte dei Papi è bella e quella realizzata sotto i  Savoia è di dubbio gusto.

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Il Salone delle Feste, dove giura il Governo, è decorato in quel finto rococo che piaceva tanto a Margherita di Savoia.

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E sul soffitto trionfa l’Italia, dipinta in un gusto neo rinascimentale da Girolamo Magnani, scenografo dell’Aida al Cairo.

Gli arredi belli, a volte bellissimi, sono quelli che i Savoia hanno portato dalle loro altre residenze, e in particolare da Parma.

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a li’ vengono i mobili francesi, tutti nel flessuoso stile Luigi XV, perché in realtà appartenevano a una figlia di quel re. Il Quirinale possiede la più importante collezione di arazzi d’Europa, 236 pezzi, di cui i più preziosi vengono dalla manifattura creata dai Medici a Firenze.

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Per non parlare delle porcellane:  dagli immensi vasi orientali, dei quali alcuni appartenevano ai papi, agli sterminati servizi da tavola. Nella cosiddetta Vasella si conservano i servizi (uno conta 9.000 pezzi), indicando per ciascuno quanti commensali può servire  e per quale occasione é indicato.

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E le 64 carrozze? Speriamo di poterle vedere.

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La Sala dello Zodiaco era usata come sala da pranzo dai Savoia. Sebbene i cuochi fossero francesi – solo dal 1908 il menu è stilato in italiano –  Vittorio Emanuele II preferiva gli agnolotti col Barolo. In questa sala vedete un fregio neoclassico – il Trionfo di Cesare, del Finelli –  realizzato quando Napoleone  voleva fare del Quirinale la sua residenza romana e la sede di suo figlio, chiamato il re di Roma. Per fortuna, non c’è mai venuto.

PALAZZO DEL QUIRINALE SALONE DEI CORAZZIERI

PALAZZO DEL QUIRINALE SALONE DEI CORAZZIERI

Il Salone dei Corazzieri è il capolavoro del Quirinale.

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I Papi vi ricevevano gli ambasciatori e per questo sulle pareti si vedono dipinte, da Tassi, Lanfranco e Saraceni,  le ambascerie di tutto il mondo, con cinesi, turchi, neri e molti persiani a indicare i legami del papato nel 1600 con la Persia, in chiave antiottomana.

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Si ripensa al povero “Nigrita”, l’ambasciatore del re del Congo che ci mise tre anni e mezzo per arrivare a Roma, tra naufragi e pirati, e poco dopo il suo arrivo…morì. Il suo busto sorprende i visitatori di Santa Maria Maggiore, dove riposa.

Sebbene, a mio avviso, l’Italia possieda palazzi  più belli, il Quirinale riassume una buona parte della storia di Roma e del nostro Paese e siamo grati al Presidente che lo apre tutti i giorni. Avrei preferito però che non proibisse la visita a noi guide e storici dell’arte, per riservarla esclusivamente a dei “volontari”. L’esclusione di un professionista dal suo ambito professionale non è esattamente ciò che mi aspettavo dal garante di un Paese che dice fondarsi sul lavoro.