Nel 1960 l’archeologo Carrettoni trova sul Palatino la casa di Augusto. Non fu difficile identificarla, era proprio lì dove gli storici romani la situavano: lungo le Scale Caci e in prossimità del tempio di Apollo.

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Augusto– che era nato lì vicino, verso l’attuale Arco di Tito – non aveva scelto un posto a caso. Acquistò la casa dell’oratore Ortensio perché si trovava tra due luoghi altamente simbolici della fondazione di Roma:

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la capanna di Romolo e il Lupercale, la mitica grotta dove la lupa aveva raccolto Romolo e Remo. L’idea era che Romolo aveva fondato la città e Augusto ne avrebbe ristabilito grandezza e costumi. La cosiddetta capanna di Romolo, o allora presunta tale,  è stata identificata, mentre una telecamera nel 2007 ha evidenziato nel terreno, a 7 metri di profondità, un locale che secondo alcuni potrebbe essere il Lupercale.

Oggi della casa di Augusto resta solo il livello inferiore, mentre quello superiore è sparito per tante ragioni, dall’incendio del 64 che devastò Roma, alla costruzione del palazzo di Domiziano, alle invasioni e i saccheggi. Ma è proprio questo palazzo crollato che ha salvato, facendo da “tappo”, ciò che si trovava sotto.

Dapprincipio Augusto  volle una dimora sobria, che non provocasse col suo fasto i senatori. Politico avvertito, sapeva bene che suo padre adottivo, Cesare, era stato ucciso perché atteggiava maniere da sovrano – attenzione, Cesare non è mai stato Imperatore! – ricevendo i senatori sui gradini del tempio nuovo di zecca che aveva fatto costruire per la sua antenata mitica, la dea Venere! Lui, Augusto, rimaneva invece fedele ai costumi parchi degli antenati: mangiava pane e fichi e indossava solo gli abiti tessuti dalla moglie Livia.

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Alla prima casa di Augusto, del 42 a.C., appartiene la bellissima stanza (forse un cubiculum,stanza da letto) con le maschere dipinte in una scenografia teatrale.  Il pavimento è in un semplice mosaico bianco e nero. Semplice semplice, ma un quadro inserito nella scenografia

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mostra una specie di lungo fuso, chiamato Betilo, che è il simbolo che rappresenta il Dio Apollo. Infatti le bende utilizzate dai sacerdoti del dio sono legate al Betilo. Insomma, Augusto non viveva con sfarzo ma aveva un rapporto privilegiato con gli dei. Più tardi  la sua casa sarà corredata da un grande tempio dedicato a Apollo.

Gli spazi ufficiali, dove riceveva – lo sapete tutti che sino al XIX secolo non esistono gli uffici e i ministeri, quindi i potenti ricevono e lavorano in casa – avevano invece pavimenti di marmo. Stavolta la pittura copre tutta la parete, come nella cosiddetta Sala delle Prospettive.

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Secondo Stile,  suggerisce una profondità fittizia e al di sopra delle architetture si vede un cielo e dei palazzi. Un prezioso bicchiere di vetro è stato poggiato su una mensola. Augusto aveva anche due biblioteche, come ogni vero signore che si rispetti, perché i libri erano, come spiega Ovidio, di autori antichi (i greci) e moderni (i latini). Quanto a leggerli, poi, era un altro paio di maniche, poiché non c’erano ancora né punti né virgole per separare le parole, che erano scritte tutte attaccate!

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Nel settore est si è salvato un soffitto meraviglioso, con dei finti cassettoni dipinti, dove il decoro vuole suggerire una profondità fittizia. Non solo i rombi rossi, in quanto colori caldi, sembrano venire in avanti rispetto ai riquadri

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marroni, ma all’interno di questi ’è una cornicetta verde solo su due lati, per suggerire l’idea si trovano su un piano arretrato.

Nel 36 a.C. Augusto sconfigge il figlio di Pompeo e vuole una dimora più importante. Compra altre case dietro la precedente, fa iniziare dei lavori…ma questi locali li abbiamo trovati non finiti, abbandonati. Perché nel frattempo, nel 31 a.C. la battaglia di Azio, con la morte di Antonio e Cleopatra, fa di lui il padrone incontrastato e unico dell’impero. Allora fa interrare quasi tutti gli spazi della casa precedente perché diventino le fondamenta di un nuovo più grande palazzo costruito al di sopra.

Il capolavoro della Casa di Augusto è la sola stanza che si sia salvata al piano superiore.

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Si trattra probabilmente della cosiddetta Syracusa, cioè lo studiolo dove Augusto si ritirava per trattare gli affari più importanti e delicati. E’ stata dipinta da un artista d’eccezione.

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Vi si addensano elementi egittizzanti, come obelischi, fiori di loto e uraei, quei cobra stilizzati che i faraoni portavano sul copricapo. Le pareti sono decorate con eleganti candelieri, il colore principale è il costosissimo rosso cinabro e la volta conserva la decorazione che combina pittura, stucco e foglia d’oro!

E ora la brutta notizia: da soli alla casa di Augusto non ci potete andare. Per visitarla avete due possibilità: o prenotate una visita accompagnata, cioè siete accompagnati da una persona che non è titolata però a dare spiegazioni, oppure ci andate con una guida autorizzata che vi spiegherà cosa vedete e la storia di quell’uomo eccezionale chiamato Ottaviano e che nel 27 a.C. diventa il primo Imperatore di Roma prendendo il titolo di Augusto, cioè Vostra Maestà.