Il rettore dei Santi Giovanni e Paolo al Celio ha aperto la botola che portava a una cripta sotto il presbiterio. Nessuno c’era più sceso da oltre mille anni, se non per depositare i cadaveri e uscire il prima possibile. Lui invece voleva sapere. Voleva sapere se li’ sotto c’erano dei resti romani, magari la prima sepoltura dei santi martiri che davano il nome alla sua basilica. Era il 1887 e per vederci qualcosa prese una lampada a gas. Toccato il suolo si accorse subito che la cripta non era chiusa. Li’ circolava dell’aria, vicino ci dovevano essere altri locali.

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Ha avuto un bel coraggio coraggio, Germano di San Stanislao, perché anziché fermarsi é andato avanti. E allora un barbaglio di luce é caduto su una parete e sono apparsi degli affreschi. Quella non era una cripta, quella deumila anni prima era stata una dimora elegante. Aveva scoperto le Case Romane del Celio.

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Oggi salite da quel vialetto miracoloso, perché rimasto intatto com’era nel Tardo Impero, il Clivo di Scauro, e vi trovate davanti la facciata di un’Insula, un condominio di duemila anni fa. Nessuno la riconosce, perché sembra il muro laterale della chiesa. Ma se guardate bene vedete ancora le finestre, tamponate.

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piano terra c’era un portico, che dava su un negozio, e sopra c’erano gli appartamenti. E’ un caso unico a Roma di facciata quasi intatta di un’Insula.
Ma questi condomini si spopolano con la crisi demografica del III° sceolo, quello che uno storico ha definito « il secolo dell’angoscia ». Allora il sito é stato comprato da un ricco proprietario, tra fine III° e inizio IV, per farne una sontuosa domus, quella scoperta dal bravo canonico.

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Un negozio fu trasformato in sala di rappresentanza, la Sala dei Geni. Aveva intarsi di marmo –opus sectile – al suolo e alle pareti e affreschi sulla volta.

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L’ambiente meglio conservato e più spettacolare é il ninfeo. Situato in quella che era stato una volta una cortile a cielo aperto, fu decorato con fontane e affreschi. Questi raffigurano delle figure mitologiche in un contesto marino, con scene di pesca e navigazione.
Chi ha la pazienza di ricostruire questo « giallo »  nascosto nelle viscere della città sarà ricompensato da un’emozione eccezionale. Vedrà rivivere i bottegai, gli inquilini, i signori, i cristiani che si sono avvicendati in questi luoghi, duemila anni fa.