Fatemi una cortesia, non vi fermate nel cortile. Borromini prospettiva

Quello di Palazzo Spada, per guardare da lontano la Prospettiva del Borromini, col naso appiccicato al vetro, come i bambini in una pasticceria. Entrate nella pasticceria.

Galleria Spada

Questa é la  Galleria Spada, luogo meraviglioso. Caso rarissimo di una collezione del XVII° secolo conservata ancora nella stessa sede e quasi intatta, fu riunita dal cardinale Bernardino Spada con la consulenza di quel personaggio fuori dal comune – spadaccino, poi frate, astrologo clandestino,  erudito, amico di Borromini – che fu il fratello Virgilio.  Ho pensato che alcune pillole di Galleria Spada sarebbero state quantomai salutari all’avvicinarsi dell’estate, quando l’ossessione del costume con conseguente subbuglio ormonale  favorisce l’insorgere della stupidera, e oggi comincio a dispensarle. Comincio piano piano, col Botanico del Passerotti. Questo quadro si trova in Sala II, quella che una volta era lo studio del cardinale, ricoperto con boiseries disegnate da Gian Lorenzo Bernini, oggi purtroppo perdute.

Perin del Vaga                                       Perin Spada dettaglio

Su una parete, la stessa del Botanico, in alto vedete un reperto eccezionale : il cartone di Perin del Vaga per una bordura d’arazzo destinata alla Cappella Sistina,  da porre sotto il Giudizio Universale.  Lì dov’é ora, Perin del Vaga ha evitato di ricevere un pugno sul naso da Michelangelo, perché, per ragioni che ignoriamo, quella bordura non fu mai realizzata. Sotto c’é appeso questo vecchio signore sorridente, il Botanico dipinto da Bartolomeo Passerotti intorno al 1570.

Passerotti Botanico

Rappresentato di tre quarti e inquadrato dal basso, per metterlo in valore, é sobriamente vestito di nero, come si conviene a uno studioso. Il rigore dell’abito e quello implicito nell’età avanzata sono contraddetti dal sorriso e dal gesto spontaneo di chi, anziché posare immobile,  é coinvolto in una spiegazione. Il Botanico si rivolge bonario allo spettatore mentre indica ciò che si trova dietro di lui. Lì, su un tavolo coperto di rosso, ci sono due vasi, contenitori di qualche bacca o radice, e due diverse piante di camomilla. Infine, un foglio di appunti, perché un sapiente deve averne sempre uno accanto.

Non credo stia insegnando, come pensano alcuni, non parla con alunni o sapienti, parla con noi. Giulivo ci dice : « Ma avete visto che bella la camomilla ? Come sono contento di fare questo mestiere ! ».  E noi entriamo dentro il quadro e vorremmo fare una carezza a questo vecchio signore che sorride da quattrocento anni e che la botanica ha reso immune dalle pene del mondo. Nel quadro c’é solo quello che serve, l’uomo e la sua passione, nessun altro elemento descrittivo, narrativo, aneddotico, la tela finisce appena sopra la sua testa come il mondo finisce fuori dal laboratorio dove lui lo ha catalogato.

La sobrietà della composizione, la tavolozza ridotta che rifiuta i preziosismi manieristi, tutto s’inquadra nel ritratto controriformato. Ma confrontatelo con i ritratti, esattamente contemporanei, di Moroni.

Moroni ritratto Pietro Maffeis         Giovan Battista Moroni, Ritratto di Pietro Maffeis, Kunsthist. Vienna

Lì, pure nello splendore formale di questo sommo pittore, l’anima é intirizzita dal vento gelido della Controriforma, lo sgomento affiora malgrado il decoro dell’immagine. In Passerotti c’é calore umano, complicità, e anche una benigna ironia.

Passerotti uomo col cane     Bartolomeo Passerotti, l’Uomo col cane, Musei Capitolini, Roma

Guido Reni dirà che i suoi ritratti sono inferiori solo a quelli di Tiziano. E si capisce, perché in Tiziano c’é la formula alchemica della vita, presenza e mistero insieme, mentre in Passerotti c’é la complicità. Salvo  qualche eccezione di aristocratici, ha dipinto  soprattutto sapienti, scienziati – come Ignazio Danti – e intellettuali. Lui stesso collezionista di « anticaglie » e di curiosità della natura, frequentava a Bologna Ulisse Aldrovandi e il suo straordinario « cabinet de curiosités ».

Passerotti pescheria

Avrà visto lì il pesce palla che ha rappresentato nella Pescheria di Palazzo Barberini. Insomma, pensate a quel sorriso compiaciuto di una vita spesa al servizio di una passione e vi sembrerà meno grave se in costume da bagno non assomigliate a Jessica Rabbit.