Quando sono nato, i miei genitori hanno dimenticato d’invitare una fata cattiva. Allora quella si é chinata sulla mia culla e ha lanciato il ferale anatema: « Tu, di Raffaello, non capirai mai niente ». E  così é stato. Non contenta dell’atroce misfatto, ha aggiunto : « Anzi, visto che ci siamo, tu sarai tormentato dall’illusione che la bellezza può dare la felicità ». Accorse allora una fata buona, di quelle che mangiavano al buffet, per correggere la iattura. « Per Raffaello – disse – purtroppo non posso fare niente. Per il resto, però,  non ti preoccupare. Da giovane t’innamorerai a ogni angolo di strada ma invecchiando vedrai che non solo passa, ma diventa una fortuna ».  Io, essendo neonato, non ho capito. Ora però credo di capire.  Può darsi che il nesso non vi sia apparso subito lampante, ma  sto parlando di Bernardino Spada.

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Quando entrate nella Galleria Spada in Sala 1 – questa storia di chiamare le sale coi numeri é forse pratica ma anche molto ridicola – vedete anzitutto lui, il cardinal Bernardino Spada dipinto da Guido Reni. E anche se siete uno zotico, anche se vi commuovete solo per i rigatoni con la paiata e gli stinchi di Totti, non potete non capire che avete davanti un capolavoro straordinario.

Bernardino Spada nasce nel 1594 vicino Ravenna in una famiglia facoltosa. Aveva un carattere affabile, diplomatico, io sospetto – guardate nel quadro tutta la corrispondenza diligentemente archiviata –  un tantino pedante. E era pure bello. Diventato cardinale viene mandato come legato a Bologna e lì entra ovviamente in contatto coi massimi pittori emiliani. Commissiona quindi a Guido Reni il grande ritratto di parata.  In sala 1.

Bernardino busto

Il formato é aulico, la posa anche, a figura intera, l’aristocratica mano sinistra abbandonata sul bracciolo mentre la destra sospende un istante la redazione di  una lettera indirizzata al Papa. Sul foglio infatti si può leggere « Beatus Pre ( per Pater). Nello schedario si vede la fitta corrispondenza che Bernardino intrattiene con Roma. Insomma, un principe della Chiesa rappresentato nell’altissimo esercizio della sua funzione, quella di governatore di una delle regioni più ricche e importanti dello Stato.

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La fattura é altrettanto preziosa.  Anziché il rosso vivo, colore del sangue che i cardinali sono pronti a versare per la Chiesa, Reni elabora un raffinatissimo contrappunto di rosa, dalla mozzetta all’abito, dalla tenda magniloquente che inquadra e isola il personaggio sino alle frange. La cotta bianca serve da faire valoir del rosa e il bianco riecheggia, spento perché lontano dall’apollineo prelato, nelle missive del fondo.

1IT-1119-A1631-1 Bernardino Spada / Gem.v.G.Reni Spada, Bernardino, ital.Kardinal (1627- 31 als paepstlicher Legat in Bologna), 1594-1661. - Portraet (Ausschnitt: Kopf). - Gemaelde, 1631, von Guido Reni (1575- 1642) Oel auf Leinwand, 222 x 147 cm. Rom, Galleria Spada. E: Bernardino Spada / Painting by G.Reni Spada, Bernardino, Ital.Cardinal (1627- 31 in Bologna as Papal Legate), 1594-1661. - Portrait (Detail: head). - Painting, 1631, by Guido Reni (1575- 1642) Oil on canvas, 222 x 147cm. Rome, Galleria Spada. F: Spada, Bernardino , cardinal italien (le Spada, Bernardino , cardinal italien ( legat du pape a Bologne 1627-31). - Portrait (detail : tete). - Peinture, 1631, de Guido Reni (1575-1642 ). Huile sur toile, H. 2,22 , L. 1,47. Rome, Galleria Spada.

Il viso, poi,  é sereno, augusto, impenetrabile. Invano cerchereste in quest’uomo quei movimenti risibili dell’anima che più tardi saranno chiamati psicologia. Spero infine avrete apprezzato quanto sia auspicabile per un cardinale vestito di rosa avere gli occhi azzurri. Insomma, questo quadro é bello da gridare.

La maledetta fata mi ha privato per sempre della gioia di apprezzare Raffaello, quindi il profondo in superficie. Ma non di quella di apprezzare la superficie. Quindi Reni.  Ora che non credo più che una bella forma, specie se la forma di un corpo umano, possa rendermi felice, perché un’opera meravigliosa come questa mi acquieta, soddisfa, mi rallegra persino? Gli anni, l’esperienza, probabilmente anche il tasso ormonale hanno portato via il desiderio di possesso. Resta distillata la felicità di godere da spettatore della bellezza del mondo. L’armonia dei rosa di Guido va a raggiungere i quintetti di Mozart, Guerra e Pace, i tulipani del mio giardino che dopo essersi fatti attendere a lungo sono sbocciati.  La bellezza é una spia, esprime il valore della vita. E’ un inno alla gioia. E’ un invito a reagire alla facile tentazione del dolore. E forse, dico forse, é una promessa. Michelangelo l’ha detto così bene : «  é il velo mortale dell’intenzione divina ».