Il surtout Braschi é un oggetto straordinario. Un surtout serve quando si é duchi, quindi per il momento non mi fisserei troppo sulla sua funzione, non é una priorità. Si tratta di uno dei capolavori del massimo orafo romano del Settecento, Luigi Valadier. Purtroppo però non  si trova più a Roma, é al Louvre.

Scalone              Palazzo Braschi, Scalone, arch. C. Morelli

 

Il surtout fu esibito per la prima volta nel corso del ricevimento offerto a Palazzo Braschi all’Elettore Palatino nel 1783, lasciando lui e tutta Roma a bocca aperta.  Da subito considerato un’opera eccezionale, lo portarono al Quirinale dal papa Pio VI, per mostrarglielo.

Luigi Braschi Onesti        A. Cavallucci, Ritratto di Luigi Braschi Onesti

Il papa era lo zio del proprietario, il duca Luigi Braschi Onesti, come dire cioè che, indirettamente, lo aveva pagato lui.  Il duca d’onesto sembra avesse solo il nome, i romani lo detestavano e quando i francesi occuparono Roma lui rischiò di essere linciato. La statura morale del personaggio era tale che più tardi, mentre lo zio papa, che lo aveva immensamente arricchito, era tenuto prigioniero dai francesi, Luigi Braschi faceva…il sindaco di Roma per i francesi. Sic.

Van Dyck Moncada    A. Van Dyck, Ritratto del marchse Moncada, Parigi, Louvre

Il duca, nato a Cesena, in quanto nipote del papa aveva collezionato  molti titoli.  Era, tra l’altro, duca di Nemi e   Grande di Spagna ;  i romani dissero di lui che era « « grande di Spagna, piccolo di Cesena, duca di Nemini (nessuno) ».  Quando nel 1798 i francesi occuparono Roma, lui issò sul palazzo la bandiera spagnola, a dichiarare la sua immunità in quanto Grande di quel Paese. Fu subito arrestato. Allora i francesi saccheggiarono tutti gli arredi del palazzo, che erano meravigliosi. Molto é stato letteralmente rubato e é sparito,  le statue antiche sono in buona parte finite alla Gliptoteca di Monaco, mentre il ritratto del Marchese Moncada di Van Dyck e il surtout di Valadier sono  al Louvre.

plateau

 

Il plateau, cioè la base, misura cinque metri di lunghezza e é costituito da alabastro e agata. Diviso in riquadri, sotto alcuni di questi Valadier ha  posto delle matassine di filamenti metallici rosso cremisi che, visti attraverso l’ alabastro trasparente, creano l’effetto di un marmo  rosso acceso.

surtout scorcio      persiano     surtout-du-duc-braschi-l-asie-dite-autrfois-l-afrique

Alle estremità, due gradinate di giallo antico. Sopra c’erano decine e decine di statuette, alcune antiche, molte moderne ma realizzate con marmi antichi nella bottega del Valadier. Vi figuravano ad esempio un modellino del Marco Aurelio del Campidoglio, uno del Barbaro inginocchiato del Museo archeologico di Napoli, busti d’imperatori e le allegorie dei continenti. Per illuminarlo, come noi abbiamo le lampadine, lui aveva delle colonnine di alabastro fiorito che portavano dei piccoli candelabri e delle girandole di cristallo di rocca montate in bronzo dorato.

colonne dessert Carlo IV                         surtout Carlo IV

Alle estremità poi c’erano delle architetture, tempietti e portici, che, trafugati e venduti separatamente, non sono più conservati nemmeno al Louvre. Potete solo farvene un’idea guardando quelli di un altro meraviglioso surtout che Valadier fece per il re di Spagna, Carlo IV.

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Sulla cintura c’erano delle maschere di onice alternate a ventiquattro monete d’oro antiche. Valadier le aveva montate in bolle di cristallo fissate  in modo che potessero girare. Così i commensali toccandole con un dito potevano farle ruotare e vedere le due facce delle monete. Anche queste monete d’oro non ci sono più. Vivant Denon, direttore del Louvre, le offrì  a Josephine, moglie del Primo Console Bonaparte. Le avrà messe con i settanta scialli di cachemire,  o finite nelle seicento paia di scarpe, o confuse con le otto parures di diamanti. Insomma,  exit anche le monete imperiali.

Insomma, Valadier aveva creato per Braschi una sorta di museo da tavolo, riunendo opere antiche e moderne che rappresentavano celebri capolavori. Così il fasto si sposava alla cultura. Il parterre di marmo ospitava un universo di pietre dure, erudito quanto visionario. Il gusto neoclassico viene qui declinato non secondo la filologia di un archeologo ma la fantasia e la poesia di un artista. Solo Roma, coi suoi esempi antichi e soprattutto la disponibilità di marmi e reperti antichi poteva permettere una creazione simile. Fuori dall’Italia i surtout saranno fatti di porcellana.

Il surtout é l’evoluzione del centro tavola proprio del servizio alla francese. C’erano varie portate – in numero variabile da quattro a sette, più il dessert – ognuna composta da una quindicina di piatti diversi. I domestici portavano tutto, poi si allontanavano e ciascuno si serviva da solo. Era considerato sconveniente farsi passare un piatto dall’altra estremità della tavola, quindi i domestici dovevano vegliare a lasciare la più grande varietà di pietanze vicino a ogni commensale. Al termine di ogni servizio si sbarazzava la tavola, lasciando al centro solo la saliera, pepiera,le fiaschette di olio e aceto, il contenitore della mostarda. Poco a poco questi elementi sono stati monumentalizzati, sino a diventare una composizione autonoma che aveva  solo una  funzione decorativa, quella di ornare il centro della tavola.

cammeo Augusto totale

Ecco, non abbiamo più il surtout Braschi. E’ una grande perdita perché le arti suntuarie, ambite per il valore intrinseco, sono state quelle più trafugate – o vendute per pagare il Trattato di Tolentino – e oggi sono le meno rappresentate. Bisogna andare fuori dall’Italia per vedere gli strabilianti capolavori di Luigi Valadier, testimonianza dell’ultima grande stagione artistica di Roma. La prossima  volta vi parlerò dei meravigliosi cammei montati da lui per Pio VI Braschi, che si trovavano nel Museo Profano al Vaticano. Oggi,  quando le luci del Louvre si spengono, conversano col surtout Braschi, ricordano il ratto del 1798 e il giorno terribile  in cui Luigi Valadier, impazzito, si è annegato nel Tevere.