Quando sento che a qualcuno piace Boldini, a me dispiace. Queste cose non dovrebbero succedere. Nella  mostra  a lui dedicata al Vittoriano c’é un bel quadro di Signorini.

 

Signorini

La prospettiva  geometrica della sua Firenze, la conoscenza di Corot e anche quella dell’opera di Vermeer si traducono in un’immagine originale, spoglia e intensa, un’apparente scena di genere intrisa di melanconia. Lo stesso anno 1875 Boldini, al ritorno da un viaggio in Spagna, dipinge due personaggi in costume spagnolo.

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Due figuranti mascherati da torero e cantante di flamenco si divertono con due pappagalli, necessariamente variopinti, contro un fondo di azulejos inevitabilmente policromi.  Il quadro esiste in funzione del costume di porporina del torero e del rosa traslucido dell’abito femminile.

Manet

Manet, che Boldini conosce, al ritorno dalla Spagna dipinge Lola, perché lui ha capito Goya. Boldini cos’ha capito ?  Che i bei colori fanno vendere i brutti quadri.

Paggio

Due signore mentre ero alla mostra si estasiavano davanti a Un paggio che gioca col cane. I capelli del ragazzo sono setosi,  la calzamaglia si raggrinza sulla coscia, la fodera del cappello sembra vera. Scusate, signore,  avete mai sentito parlare d’Impressionismo ? Una pittura che non vuole dipingere l’apparenza del mondo, ma come questo é sentito dagli uomini, e che finirà nell’astrattismo (vedi, per esempio, le cattedrali di Rouen o le Ninfee di Monet). Avete mai sentito parlare della reazione opposta, quella per l’assoluto e il permanente, l’universale, cioè Cezanne, e che finirà nel Cubismo ? Boldini, che pure viveva a Parigi in quegli anni, fa finta di niente e dipinge la pubblicità di uno shampoo.

Boldini, Dame del Primo Impero

Due dame del Primo Impero voleva essere un esercizio di stile, anche se non si capisce quale. La prospettiva é degna di Sancho Panza, con le linee che vagano in anarchia  per il quadro.  La spaventosa poltrona in primo piano non é del Primo Impero ma dell’ultimo, in quello stile che da Eugenie si chiama « Louis XVI-Impératrice ».  Ma  a Boldini non importa niente, la scena  é tanto chic e poi con la seta rosa non lo batte nessuno. Insomma,  doveva essere convinto che la vita é lunghissima e si ha tempo di dedicarsi a queste cose.

Nella sua cultura, sorprendentemente per un ferrarese, non ci sono italiani. Ci sono  Gainsborgouh, Van Dyck e  i contemporanei.

lautrec-10                                                     Toulouse

Molto Toulouse Lautrec,  ma diventato comme il faut, mica si possono rappresentare dame e cavalieri come figure surreali, quella gente paga, va trattata bene.   E poi c’é quel ragazzo olandese cosi’  strano.

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Se prendo da lui lo straniamento dell’immagine e da Degas il cadrage giapponizzante faccio anch’io un bel quadro moderno.

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La formula che lo consacrerà al successo é quella della dama-uccello, creatura senza psicologia, senz’anima, ma dotata di innumerevoli strati di tulle.

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Seducente, spesso provocante, molto racée. All’inizio della mostra ho letto in un pannello che lui avrebbe inaugurato l’immagine della donna moderna. Quindi ho smesso  di leggere i pannelli. E’ questo che mi provoca, l’estetismo vuoto e immorale, la disonestà intellettuale, il rifiuto di ammettere che non siamo solo un involucro prezioso.

E’ stato il pittore della Bella Epoque, é vero. Il pittore della commedia umana descritta e stigmatizzata da Proust. La sua cliente ideale é la duchessa di Guermantes. Quando Swann, dopo un’amicizia di anni, le comunica che ha un tumore e é condannato, la trova che sta andando a un ballo. Sopraggiunge il duca  e..si accorge che la moglie  ha delle scarpe nere con un abito rosso ! Interrompe la conversazione e spedisce la duchessa a cambiarsi le scarpe.  Intanto intrattiene Swann raccontandogli che non ha digerito per via di una salsa bearnese… Mentre attraversavo la mostra sentivo levarsi un coro composto da altrettanti Guermantes, mentre un pubblico di Verdurin ammirava.  Infine, quando sono uscito davanti alla Colonna Traiana che rappresenta i Daci suicidi, ho capito perché Bernini diceva che quella é grandissima arte.