Io ho molta simpatia per Paolo III Farnese. Tiziano, meno. A giudicare dal suo ritratto del papa, conservato a Capodimonte, Tiziano doveva sentirsi più affinità col bracciolo della poltrona. Del papa non si fidava e faceva bene.  Aveva un figlio scapestrato e fannullone – figlio di Tiziano, non del papa ; il papa di figli ne aveva quattro – tale Pomponio. Allora Tiziano lo avviò alla carriera ecclesiastica, così, affinché  nella vita non  avesse troppe preoccupazioni e non dovesse lavorare. E sperava da Paolo III una bella carica lucrativa per lo sciroccato Pomponio. Ora, non so se avete visto il ritratto, ma vi lascio immaginare se un uomo così si lascia abbindolare. Anzi, non ha nemmeno mai pagato i quadri che Tiziano ha dipinto per i Farnese.

 

 

Giulio IIInnocenzo X

Questo ritratto s’iscrive in quella serie di ritratti papali, ufficiali e psicologici insieme, che inizia con lo straordinario e commovente Giulio II di Raffaello e finisce col terribile Innocenzo X di Velasquez. Io però, anche se non sembra, volevo parlare del Bernini. E’ lui che riferisce a Chantelou quanto segue.  Paolo III aveva rifiutato ripetutamente ai cardinali la grazia  a un condannato a morte. Allora i cardinali fecero in modo di fargli incontrare, per caso, le sorelle del condannato. Quelle, molto belle, si gettano in ginocchio davanti al papa, lo implorano di salvare il fratello, e ottengono la grazia. Qualche tempo dopo quando i cardinali incontrarono il papa,  gli dissero : « Però, Santità, a noi ha detto di no, e a loro ha detto di si… ». E Paolo III replicò : « Quando risposi a voi, la ragione l’avevo qui –indicandosi la testa –  poi…é calata ». Ecco, questa é solo una delle ragioni per le quali ho simpatia per Paolo III. Un’altra, leggermente più importante, ha a che vedere con Michelangelo.  Ma quella  sarà per un’altra volta.